Host, surfer, social travel… Se non avete ancora dimestichezza con questi termini, allora è tempo di conoscere il fenomeno del couchsurfing, il metodo che ha rivoluzionato il modo di viaggiare e trasformato il divano di casa in un mezzo per visitare nuovi posti nel mondo e conoscere nuove persone.
Ci sono fenomeni di costume che si diffondono, trasformando, almeno in parte, la concezione e la percezione di un oggetto.
Così, da qualche anno a questa parte, per il popolo dei globetrotter, i viaggiatori avventurosi con lo “zaino in spalla”, il divano è divenuto più di un semplice pezzo di arredamento o un luogo agognato per i momenti di riposo dopo un’intera giornata passata a camminare per le strade di una nuova città. Oggi il divano è diventato un vero e proprio simbolo di condivisione, ospitalità e nuove amicizie.
CouchSurfing: cos’è?
Il fenomeno del CouchSurfing esiste dal 2004 ed è una rete di ospitalità gratuita nata come organizzazione no-profit, dall’esperienza di un gruppo di studenti in Islanda, che è oggi una comunità di più di 10 milioni di membri sparsi per oltre 200.000 città in tutto il mondo.
Il funzionamento è semplice: un host mette a disposizione dei viaggiatori il proprio divano, couch per l’appunto, per alcune notti, in attesa di una richiesta di ospitalità da parte di un surfer. Attraverso il profilo pubblicato online (il sito principale di riferimento è www.couchsurfing.com, potete trovarlo anche su Facebook https://www.facebook.com/couchsurfing e su Instagram https://www.instagram.com/couchsurfing/ ) sia gli host che i surfers descrivono se stessi: gusti, abitudini, regole della casa e preferenze nel caso dei primi, qualche nota “accattivante” nel caso di chi spera di poter passare una notte sul morbido.
È merito del fenomeno del CouchSurfing, una rete di ospitalità gratuita nata nel 2004 come organizzazione no-profit, dall’esperienza di un gruppo di studenti in Islanda, che è oggi una comunità di più di 10 milioni di membri sparsi per oltre 200.000 città in tutto il mondo.
Couchsurfing Italia: comodità e nuovi legami
Il funzionamento è semplice: un host mette a disposizione dei viaggiatori il proprio divano, couch per l’appunto, per alcune notti, in attesa di una richiesta di ospitalità da parte di un surfer. Attraverso il profilo pubblicato online (il sito principale di riferimento è www.couchsurfing.com) sia gli host che i surfers descrivono se stessi: gusti, abitudini, regole della casa e preferenze nel caso dei primi, qualche nota “accattivante” nel caso di chi spera di poter passare una notte sul morbido.
I valori alla base sono quelli della condivisione: la rete mira a creare connessioni che non si fermino alla singola esperienza di ospitalità; il proposito è quello di migliorare il mondo almeno un po’, con piccoli gesti di gentilezza e generosità. E, non da ultimo, vi è il principio dello “stay curious”.
Succede così di incontrarsi, spesso direttamente presso la casa di chi ospita, conoscersi, iniziare a scambiare quattro chiacchiere proprio sul divano, per poi condividere insieme la serata o le giornate di viaggio. L’host spesso infatti si rende disponibile anche per accompagnare i visitatori e far loro da guida presso le attrazioni locali. Capita di condividere una bevuta insieme, una cena: incroci e incontri fra culture, nuove amicizie che durano nel tempo e proseguono grazie al web, ospitalità future e…talvolta, anche degli amori.
Alternative CouchSurfing
Oggi è possibile anche affidarsi ad altre piattaforme alternative di couchsurfing per organizzare il proprio viaggio come per esempio:
- BeWelcome che si definisce come “una comunità gratuita, open source e no profit”;
- Trust Roots, dove puoi trovare una mappa gratuita open source che mostra dove si trovano utenti e host;
- WarmShowers: la rete di ospitalità gratuita riservata ai cicloamatori e richiede solo il pagamento del canone annuale.
- TrustedHousesitters: come è una sorta di couchsurfing a pagamento ma regala la possibilità di essere ospitati in tutto il mondo “occupandosi” della casa o degli animali domestici di qualcuno.
- Workaway: grazie a questo sito è possibile trovare host in tutto il mondo e scambiare vitto e alloggio per qualche ora di lavoro.
Il mondo in un salotto
Il motto del progetto si potrebbe sintetizzare con la frase: “Make the world a little smaller” (“Rendi il mondo un po’ più piccolo”). E, infatti, il mondo può acquisire le dimensioni di un sofà: da statico oggetto che troneggia in mezzo al salotto o al soggiorno, questo si trasforma in un “tappeto volante” in grado di viaggiare tra le culture più disparate.
Poco importa che sia un divano a due posti, a tre, un comodo divano letto, un pratico pouf o una poltrona che può trasformarsi in letto: ogni giaciglio accogliente è un regalo prezioso per il visitatore e può essere il punto di partenza per una nuova avventura.
Lascia un commento